Alla scoperta dei borghi meno noti della Valtellina
I borghi storici della provincia di Sondrio sono custodi di antiche tradizioni, usi e costumi che vengono tramandati di generazione in generazione. Un tour tra questi piccoli centri abitati permette di immergersi nella storia della Valtellina, tra palazzi storici, dimore rinascimentali e case in pietra, senza dimenticare la sua ricca tradizione enogastronomica.
Oltre ai grandi centri rinomati, in Valtellina si trovano piccoli borghi dove il tempo sembra essersi fermato, dove gli antichi saperi vengono custoditi dalle persone più anziane delle comunità che li tramandano di generazione in generazione, per far sì che questi tesori non scritti non vengano persi totalmente.
Questi borghi meritano di essere visitati per scoprire, in maniera slow, una Valtellina ancora più autentica e sincera e per toccare con mano la storia di questa valle e della sua popolazione.
In Valchiavenna alla scoperta di Savogno, il borgo fantasma
Savogno è un piccolo nucleo rurale della Valchiavenna situato nel comune di Piuro, a circa 20 minuti da Chiavenna. Viene definito "il borgo fantasma" in quanto questo piccolo villaggio alpino si popola solamente durante la stagione estiva, quando alcuni residenti tornano nelle loro case di montagna. Le case in pietra che formano Savogno sono una meravigliosa testimonianza dell’architettura rurale di un tempo, che prevedeva case realizzate in pietra e legno, due elementi facilmente reperibili in natura. Oltre alle diverse case, si può ammirare anche l’antica chiesa parrocchiale con il suo campanile, di ispirazione rinascimentale, mentre la fontana pubblica è una testimonianza delle cure che venivano fatte in pubblico per combattere la peste. Il silenzio che si sente qui e la natura rigogliosa tutt’attorno al borgo invitano i turisti a connettersi con l’ambiente circostante e provare a immaginare come era la vita di un tempo, quando l’essenzialità e la semplicità erano alla base di ogni singola giornata. Anche il percorso per raggiungere il borgo è molto suggestivo: i turisti devono percorrere oltre 2.800 gradini all’interno di un bosco, una fatica che viene ricompensata dalla bellezza di un luogo senza tempo.
Il borgo è stato ufficialmente abbandonato dal 1968, quando gli abitanti scelsero di spostarsi a valle e verso centri abitati con maggiori servizi.
In Valmalenco, il "paese-presepe" di Scilironi
Spostandosi in Valmalenco, poco dopo il capoluogo di provincia Sondrio, si incontra Scilironi, contrada del comune di Spriana, uno dei più piccoli della Valtellina. Le case dell’abitato, che possono raggiungere fino a tre piani, sono state costruite su una pendenza molto importante e sono collegate tra di loro attraverso piccole vie e gradinate ripide spesso intagliate nella pietra. Sebbene negli ultimi anni sia stata progressivamente abbandonata, la contrada di Scilironi si ravviva durante il periodo natalizio: gli abitanti amano addobbare le abitazioni con lucine dando vita a un vero e proprio presepe luccicante incastrato sul versante della montagna e in grado di lasciare senza parole tutti i turisti che percorrono la strada in auto.
La contrada custodisce quello che viene considerato "il teatro più piccolo del mondo". Si tratta di una dimora rurale abbandonata che è stata ristrutturata al fine di darle una nuova funzione. Lo spazio ha iniziato così a ospitare perfomances di breve durata rivolte a piccoli gruppi di spettatori, richiamando l’attenzione non solo dei contradaioli ma anche dei turisti, che hanno potuto ammirare questo piccolo gioiello trasformato in una vera e propria opera d’arte.
A Chiuro, la casa del vino
Chiuro è un piccolo borgo della media Valtellina situato a pochi km da Sondrio. Grazie alla presenza di numerose e importanti case vinicole, Chiuro viene considerato la capitale enologica della Valtellina: non a caso, infatti, qui si svolge il Grappolo d’Oro, una manifestazione che dura diversi giorni interamente dedicata al vino e alla degustazione di diverse etichette valtellinesi tra le vie e i palazzi storici dell’abitato.
Oltre al forte legame con l’enogastronomia, Chiuro è stata in grado di mantenere intatti alcuni edifici e palazzi che raccontano la storia dell’abitato, come per esempio Castello Quadrio, una dimora fortificata ora casa della cantina vinicola Nino Negri, la chiesa della Madonna della Neve e San Carlo e la chiesa parrocchiale di origine medievale dei Santi Giacomo e Andrea, il cui sagrato è stato dedicato a Cipriano Valorsa, un pittore valtellinese che proprio qui realizzò importanti opere di grande valore.
Teglio, Città Slow e patria dei pizzoccheri
Quando si pensa a Teglio non si può non pensare ai pizzoccheri, uno dei piatti emblematici della cucina valtellinese. Questo borgo, infatti, grazie alla sua posizione privilegiata – situato sul versante retico e quindi baciato tutto il giorno dal sole, è il luogo ideale per la coltivazione di alcune colture come vite, segale e grano saraceno, l’ingrediente fondamentale per la preparazione dei pizzoccheri. Il mulino Menaglio, situato proprio a Teglio e aperto ai turisti a partire da fine marzo, permette di conoscere meglio la storia del grano saraceno e ammirarne la battitura.
Oltre a detenere l’importante titolo di patria dei pizzoccheri, a Teglio si possono visitare diversi musei e palazzi, anch’essi custodi del passato della Valtellina. La Torre De LI Beli Miri regala una veduta panoramica su tutta la provincia di Sondrio mentre Palazzo Besta è una delle dimore rinascimentali più belle della Lombardia; le pareti del suo cortile, cuore del Palazzo, riportano affreschi di episodi dell’Eneide.
La particolare attenzione che il borgo dedica al suo patrimonio enogastronomico e al suo ricco patrimonio storico hanno
reso Teglio una Città Slow certificata tra le città del buon vivere.
Grosio, tra storia e tradizioni
Ultimo borgo che si incontra risalendo la valle è Grosio, situato nella media-alta Valtellina, poco dopo Tirano. Ciò che caratterizza maggiormente Grosio sono i suoi castelli, che dominano l’intero abitato: il Castello di San Faustino e il Castello Nuovo svettano sul medesimo colle dove si trova un parco che custodisce al suo incisioni rupestri risalenti al 2200-1000 a.C. Altra bellezza che può vantare Grosio è Villa Visconti Venosta, una dimora di stile rinascimentale – che rimane aperta da primavera a fine autunno - completamente circondata da un vasto parco di maestosi alberi secolari che oggi formano un giardino pubblico; al suo interno si possono ammirare preziosi oggetti d’arte custoditi all’interno di stanze ricche di storia, oltre a una biblioteca e un museo.
Il borgo custodisce con grande orgoglio il Castello di Gaudì di Grosio, ovvero un giardino roccioso interamente decorato con oggetti e materiali di scarto raccolti dalla discarica o dai boschi attorno all’abitato e che vengono utilizzati per decorare archi e muretti a secco. Il risultato ricorda proprio l’originale Castello di Gaudì di Barcellona.
Gli abitanti di Grosio sono molto legati alle antiche tradizioni e molte di queste vengono tramandate di generazione in generazione per far sì che usi e costumi non vengano persi. Il gruppo folk "La Tradizion", per esempio, partecipa a sfilate e sagre esibendosi tra le vie del paese e mettendo in scena balli popolari accompagnati da fisarmonicisti. Inoltre, a Grosio si celebra uno dei carnevali più particolari di tutta la Valtellina: si tratta del Carneval vecc che prevede la sfilata di carri e maschere di un tempo, un vero e proprio richiamo ed elogio al passato e alle tradizioni.
Comunicato stampa del 10-11-2023
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